Una fase di contrasti, verso l’agricoltura 4.0
Si torna a fare i conti con il post-pandemia nel tentativo di comprendere l’andamento del mercato ortofrutticolo che, certamente più di altri, ha risentito degli effetti delle restrizioni. Dopo più di due anni di incertezze, a ridosso della ripresa delle attività, il quadro presenta tinte forti, ma contrastanti.
Da un lato stanno le grandi potenzialità del settore, con un consumatore sempre più attento alla qualità e alla sostenibilità, sia sociale che ambientale, del prodotto che porta in tavola, e certamente “plasmato” da un’attenzione particolare verso il concetto di salute.
Da qui deriva la sua tendenza a orientarsi verso alimenti sani – con frutta e verdura ai primi posti – prediligendo sempre più gli acquisti al dettaglio on-line. In sintesi, a una prima occhiata il settore presenta opportunità di crescita più che certe, come dimostra anche il continuo seppur lieve aumento, nell’ultimo anno, della spesa pro capite.
Sullo stesso fronte, ossia quello delle tinte rosee, sta il fatto che tutto il sistema è oggi al centro di una fase di forte modernizzazione, dettata anche dalla necessità di produrre più frutta e verdura (si stima +350 milioni di tonnellate al 2050 quando la terra sarà popolata da quasi 10 miliardi di persone). Il che fin da ora comporta, inevitabilmente, l’esigenza di ridurre l’impatto ambientale sia nelle fasi produttive che in quelle commerciali.
Osservando il mercato da un altro punto di vista, però, i toni appaiono più scuri. Innanzi tutto, il mercato appare caratterizzato da catene di approvvigionamento sempre più messe alla prova: gli effetti della pandemia hanno modificato e stanno ancora modificando la logistica delle merci e gli spostamenti delle persone, creando difficoltà anche fra chi lavora nel settore.
A complicare il quadro, nell’anno appena trascorso si sono verificate criticità legate alle condizioni climatiche, come le gelate nell’Europa meridionale, che hanno decimato la raccolta delle drupacee nelle aree colpite, e le forti piogge in Europa occidentale, che hanno causato perdite significative, soprattutto con riferimento agli ortaggi, e inevitabili aumenti dei prezzi oggi sotto la lente dei media.
A questi aspetti si aggiungono il costo dei carburanti, con le infinite ripercussioni sul mercato, e l’aumento del costo dell’energia, causa di preoccupazioni soprattutto per i produttori dell’Europa nord-occidentale dediti alla coltivazione in ambiente protetto, al punto che per la stagione 2022, alcune operazioni di messa a coltura hanno subìto ritardi.
Per quanto riguarda infine le risorse idriche, anche queste particolarmente attenzionate per via dei cambiamenti climatici, le nuove tecnologie si stanno rendendo partner indispensabili a sostegno di un’agricoltura 4.0 che sia capace di resilienza.
I due anni appena trascorsi ci hanno abituati a un nuovo mondo digitale, che rappresenta la sfida e nel contempo l’opportunità del prossimo futuro. In questo momento di forte cambiamento, il mercato dell’ortofrutticoltura non può rimanere indietro: lo scenario migliore sarà quello delle aziende in grado di adattarsi e cogliere le opportunità.
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