L’azienda parmense, forte della partnership esclusiva con la statunitense Avure Technologies, offre un servizio dedicato di trattamento degli alimenti con le alte pressioni. I vantaggi? Eccellenza qualitativa e nutrizionale del prodotto. Sicurezza alimentare assoluta, per una maggiore brand protection. E una significativa estensione della shelf life, per conquistare mercati lontani.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha preso in esame patologie di origine alimentare causate da due virus, 12 batteri, 14 parassiti e tre prodotti chimici, ogni anno nella Regione Europea allargata, che comprende 53 Paesi, 5.000 persone muoiono per infezioni alimentari. Qualche esempio? Consideriamo il solo batterio Listeria monocytogenes, responsabile dello sviluppo della listeriosi, una patologia pericolosa per gli anziani, per le persone con sistema immunitario compromesso e anche per le donne incinte, in quanto può portare all’aborto, alla nascita di bambini con setticemia o soggetti allo sviluppo di meningite. Il batterio Listeria è stato responsabile di 12 morti in Danimarca nel 2014, di due morti in Italia nell’estate del 2015 e di almeno sei vittime in Germania negli ultimi tre anni.
Ecco perché si può affermare che per il consumatore moderno la sicurezza alimentare rappresenti una priorità assoluta. Un aiuto importante, in questo senso, può venire dalla tecnologia delle alte pressioni. La prima realtà imprenditoriale del nostro Paese a offrire un servizio specialistico e dedicato, per conto terzi, di trattamento degli alimenti – sia solidi che liquidi – con le alte pressioni è HPP Italia, che ha sede a Traversetolo, nel cuore della Food Valley parmense. Operativa dal settembre 2014, HPP Italia dispone del più grande impianto nel suo genere attualmente operativo in Europa (ha una capacità di 350 litri), sviluppato dalla statunitense Avure Technologies, che è leader mondiale nel settore della produzione di impianti dedicati all’HPP applicata agli alimenti. HPP Italia è partner esclusivo di Avure per il nostro Paese.
Ma in che cosa consiste il metodo HPP? In sintesi, si tratta di un trattamento tecnologico innovativo che sottopone gli alimenti a pressioni migliaia di volte superiori a quella dell’ambiente (fino a 6.000 atmosfere). In questo modo, agendo sui sistemi cellulari e sui componenti macromolecolari dei prodotti, si rendono inattivi microbi, batteri ed enzimi.
Questo significa che le alte pressioni favoriscono l’eliminazione di forme microbiche pericolose per la salute umana: è il caso, ad esempio, proprio della Listeria monocytogenes. Per citare una case history di successo, grazie a HPP Italia, a cui ha fatto trattare i propri salami di piccola pezzatura e a breve stagionatura, così da azzerare il rischio di contaminazione da Listeria, il salumificio Terre Ducali, per primo, a novembre 2015, ha potuto portare negli Usa lo strolghino di culatello e il Salame Felino. Listeria a parte, HPP Italia garantisce una protezione totale anche dalla Salmonella, oltre a frenare la proliferazione di microflore alteranti. Una persona che mangia un alimento trattato con le alte pressioni ha quindi la certezza di consumare un prodotto assolutamente sicuro. Cambiando prospettiva, il vantaggio è in termini di brand reputation sia per i produttori che per le insegne della GDO.
Si potrebbe obiettare che anche la pastorizzazione permette di ottenere lo stesso risultato. C’è però una differenza sostanziale. Nel caso delle alte pressioni, parliamo di un processo a freddo, in quanto non è necessario innalzare la temperatura: ciò garantisce che gli alimenti sottoposti al trattamento HPP conservino le loro caratteristiche, sia a livello qualitativo e organolettico (quindi: aspetto, colore, consistenza, profumo, sapore e gusto), sia sotto il profilo nutrizionale. Quindi rispetto alla pastorizzazione la tecnologia delle alte pressioni è in grado di soddisfare totalmente le esigenze del consumatore in termini di freschezza e naturalità del prodotto.
Un terzo importante vantaggio che HPP Italia può offrire alle aziende alimentari interessate al trattamento con le alte pressioni è rappresentato dall’apertura di nuovi orizzonti di business: il metodo HPP, infatti, comporta un’estensione significativa della shelf life, destinata almeno a raddoppiare. Il motivo è semplice. La durata di un prodotto alimentare è correlata al numero dei batteri in esso presenti e alla loro crescita: le alte pressioni stabilizzano microbiologicamente i cibi, inattivando microbi e batteri.
Le applicazioni food di questa tecnologia HPP sono numerose. In particolare le alte pressioni vengono utilizzate per trattare succhi di frutta, marmellate, paste, sughi, piatti precucinati a base di carne e pesce, prodotti a base di carne, salumi stagionati e ingredienti come spezie e basi per i gelati artigianali.
Per maggiori info: www.hppitalia.com